Durante la 2ª Guerra Mondiale, la Radio Vaticana si pone al servizio dei profughi e dei militari dispersi o prigionieri. L'emittente si tiene in relazione coi Rappresentanti Pontifici nei diversi Paesi, comunica loro, come possibile e consentito dalle norme vigenti, i casi più urgenti, e permette così molte volte di realizzare immediate ricerche. Le trasmissioni di messaggi, limitate dapprima a qualche Paese e a qualche ora della settimana, aumentarono rapidamente fino a raggiungere un totale di 700 trasmissioni settimanali, alcune delle quali si prolungavano per due o tre ore consecutive, assorbendo nei periodi di lavoro più intenso fino a 10-12 ore al giorno. Dal 1940 al 1946 vengono trasmessi 1.240.728 messaggi, per un totale di 12.105 ore di trasmissione. Durante questo periodo entrano in esercizio tre trasmettitori per Onde Corte di 5 kw ognuno, per il Servizio Radiotelegrafico, su direttiva del Cardinale Segretario di Stato Luigi Maglione, per salvare le comunicazioni radiotelegrafiche della Santa Sede durante la guerra. Questi trasmettitori sono stati formati con economici acquisti di residuati di guerra. (
Radio Vaticana)
Per maggiori informazioni sul ruolo del Vaticano per informazioni e notizie sui prigionieri di guerra vedi anche "
Inter Arma Caritas: l'Ufficio Informazioni Vaticano per i prigionieri di guerra istituito da Pio XII".